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Enrico Fedrigoli |
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ES |
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mostra fotografica |
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L’esposizione di tavole fotografiche nasce come opera a se stante dall’incontro tra il noto fotografo di scena Enrico Fedrigoli ed Eleonora Sedioli.
Le stampe rigorosamente in bianco e nero, traggono linfa dagli ultimi spettacoli di Masque teatro Just intonation e Pentesilea, e sono realizzate con la tecnica del banco ottico, che permette di cesellare a tal punto la materia fotografica da restituire all’occhio la grana della pelle nuda che stride sul ferro delle corde dell’arpa.
“Il tempo è il primo strumento per manovrare il banco ottico.
Ogni tempo di esposizione è come una pennellata e corrisponde ad una qualità di colore.
Il banco ottico è come un cervello. Un contenitore con un buco. Nient’altro. Attraverso un tempo di osservazione e di esposizione volevo capire che cosa ci fosse dietro alla raffigurazione, ciò che l’occhio non riusciva a vedere. Così ho cominciato a lavorare sull’invisibile”. Enrico Fedrigoli
La compresenza all’interno dello stesso scatto fotografico di più livelli dell’immagine disegna un movimento anamorfico che plasma l’arpa smembrata.
Un corpo animale di donna si rivela a volte sotto forma di gamba, altre di muscolo altre ancora di scapola che fuoriesce dal suo abituale alloggiamento.
Membra come frecce di arco tese, corpi in divenir - bestia.
Certamente non sono stampe da guardare, ma come dice il loro creatore, Enrico Fedrigoli, da toccare.
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Enrico Fedrigoli
Inizia come fotografo di architettura, ma presto affianca alla ricerca artistica l’attività di fotografo pubblicitario, in Italia e all’estero. Dall’architettura allarga la propria ricerca ai rapporti spaziali dei paesaggi e alla fotografia del territorio. Nel 1983 è in India con Milo Manara, per la documentazione fotografica del suo Hp e Giuseppe Bergman. Da questo diario di viaggio nasce una pubblicazione che affianca l’albo a fumetti. Nel 1985 studia le tecniche di utilizzo del banco ottico all’Istituto del design di Milano. Nel 1988 compie il primo viaggio a Berlino, dove comincia una documentazione dell’architettura cittadina che lo impegnerà a lungo. L’interesse per l’immagine in movimento nasce a partire dai primi anni ’80: dopo tre anni di intensa attività fotografica nell’ambito dei rally automobilistici, il lavoro di Fedrigoli approda alla danza: il primo spettacolo fotografato è del Balletto del Bol’šoj.
Risale ai primi anni ’90 l’incontro con il teatro: documenta i lavori di Motus, Teatrino Clandestino, Masque Teatro, Socìetas Raffaello Sanzio, Teatro delle Albe, Valdoca.
Dal 1998 collabora strettamente con la compagnia ravennate Fanny & Alexander.
Al 2011 risale il primo avvicinamento alle coreografie ferine di Eleonora Sedioli. |
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Eleonora Sedioli / Masque teatro
Performer e attrice. Giovanissima inizia il suo percorso artistico con Masque teatro, debuttando nello spettacolo Eva Futura (1999). Da allora è attrice in tutte le produzioni della compagnia sviluppando un proprio percorso originale, sino a divenire la figura che individua la poetica del gruppo.
Un atletismo solido la spinge ad affrontare la scena come un lottatore danzante. Nel 2008 è figura sola in Head VI, spettacolo liberamente ispirato a Logica della Sensazione di G. Deleuze, primo lavoro in cui il corpo è segnato da una partitura “anamorfica”. Nel 2009 viene invitata da Sonia Brunelli come performer a F.I.S.Co.09, per Wrestling-intuizioni sul mondo in attesa che diventino una costruzione compiuta, commissionato da Xing. Dello stesso anno è La macchina di Kafka, dove la figura diviene “creatura territoriale” e generatrice di suono. In Just Intonation prende forma una fisicità bestiale, impudica e intima insieme.
A lei è dedicata una sezione del libro fotografico Overground che raccoglie il lavoro del noto fotografo di scena Luca Del Pia. |
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