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La bocca chiusa è, teatralmente parlando, un’immagine potentissima. Tanto più potente se, come nel caso del ventriloquio, è parlante. Scavando un solco d’inquietudine nell’apparato che fonda il teatro di parola, vale a dire nella prestazione attoriale centrata sulla voce come suggello del suo funzionamento, alcune tra più singolari esperienze artistiche della scena contemporanea hanno utilizzato la voce e l’arte di emettere parole senza movimenti apprezzabili dei muscoli mimico-facciali come una tattica per intaccare la rappresentazione univoca del soggetto parlante, per demistificare la sua centralità scenica di porta-voce e, con essa, scalfire il pregiudizio che vuole la voce uno degli spazi privilegiati di accesso all’(auto)presenza.
Nel quadro di un dialogo continuo tra il corpo che parla e il corpo parlato, questa scena si mostra campo privilegiato a rivelare la paradossale topologiadella voce che – effimera, transitoria, incorporea – non potendo mai sbarazzarsi definitivamente del corpo, lo barra operando come principale agente dell’indecidibile entre-deux tra interno e esterno, corpo e linguaggio, anatomia e cultura.
Piersandra Di Matteo
Studiosa, dramaturg e curatrice nel campo delle arti performative. È docente di Regia all’Accademia di Belle Arti di Bologna e direttrice, insieme a Silvia Bottiroli, del Master Curating Performing Arts di IUAV- Università di Venezia. I suoi interessi teorici spaziano dal teatro postdrammatico alle pratiche curatoriali, dalla linguistica alla filosofia contemporanea. Per gli esiti scientifici dei suoi studi dedicati alla voce è invitata a tenere conferenze e seminari in centri di ricerca internazionali, tra gli altri The School of Creative Media/City University of Hong Kong; La Salle College of the Arts, Singapore; La Sapienza Università di Roma; The Centre for Interdisciplinary Voice Studies/C4CC, Londra; Shanghai Theatre Academy; CRIalt/Universiteé de Montréal; SNDO-School for New Dance Development, Amsterdam.
Da anni è la più stretta collaboratrice teorica di Romeo Castellucci, con il quale lavora nei maggiori teatri e festival internazionali, tra gli altri Opéra de Paris, Festival d’Avignon, Théàtre La Monnaie Bruxelles, Schaubühne Berlin, Wiener Festwochen, Ruhrtriennale, Staatsoper Hamburg, Opéra de Lyon, Bayerische Staatsoper Munich.
All’attività di theoretical advisor di artisti e performer, affianca la scrittura critica sulle pagine di Alfabeta2 e Doppiozero, e cura per NERO la sezione #Voicetopia. Curatrice di progetti dedicati alle arti performative, tra i quali la direzione The Last Festival, Galleria Montevergini di Siracusa (2005-2006) e la co-direzione di Crisalide Performing Arts Festival di Forlì (2010-2011), si aggiudica il Premio Ubu “Miglior progetto artistico-organizzativo” per la cura di E la volpe disse al corvo, Progetto Speciale 2014 della città di Bologna. Attualmente è curatrice per Ert di Atlas of transitions. New geographies for a cross-cultural Europe, European Cooperation Projects/Creative Europe (2017-2020). È inoltre invitta come visiting scholar al MESTC/CUNY The City University of New York.
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