|   Il dialogo attorno all’opera e all’idea dell’opera è una
            delle funzioni di una critica che voglia esercitarsi come pensiero/azione, vale
            a dire come pensiero in grado di produrre una ricaduta sul piano del reale. Nella parola “dialogo” è contenuta la parola “due”: un
            dialogo accade, quale che sia la sua forma, tra due entità distinte, e si
            sostanzia della relazione, della tensione e della polarità tra due punti di
            vista. Che cosa significa allora assistere a un dialogo? E che
            cosa, più precisamente, ascoltarlo? Singifica – credo – partecipare di un’intimità impossibile,
            e insieme dar vita a un triangolo là dove vi era solo un segmento. Significa
            aggiungere un terzo punto sullo spazio piano del discorso, e con questo gesto
            com-plicare infinitamente le relazioni possibili. Significa anche risiedere nella propria natura di comunità
            muta, stare in ascolto, prestare attenzione, inseguire i pensieri che una frase
            o un silenzio possono scatenare. E prepararsi, così, alla parola. 
             
           
            
             Silvia BottiroliStudiosa e organizzatrice teatrale, si occupa di teatro contemporaneo  attraverso la scrittura critica e la cura di progetti e produzioni.
 Dottore di Ricerca in Storia del Teatro e  docente a contratto presso l'Università di Pisa, ha pubblicato saggi e articoli  su diverse riviste (“Art’o”, “Lo Straniero”, “Hystrio”, “Prove di  drammaturgia”…) e ha curato i progetti video Infinito presente.  Videodialoghi con artisti sul rapporto tra teatro e società (dialoghi con Romeo Castellucci,  Marco Martinelli, Giuliano Scabia e Virgilio Sieni) prodotto da IRIS e dall’ETI  (2007) e Conversazioni. Con Fausto  Paravidino, Letizia Russo, Davide Enia, Stefano Massini, Mimmo Borrelli prodotto da Riccione   Teatro (2008). Dopo aver lavorato  nella direzione artistica del Festival Santarcangelo dei Teatri (2004-2005),  come coordinatrice di Iris – Associazione Sud Europea per la Creazione  Contemporanea (2006) e come curatrice del progetto “Non ho mica vent'anni!” per  Emilia Romagna Teatro Fondazione (2007), da gennaio 2008 lavora con la Socìetas  Raffaello Sanzio.
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