| Scrittura e Circolazione sanguigna Il mio punto di partenza è una condizione/atmosfera.La ri-creazione di un’apnea.
 La asetticità del laboratorio di analisi.
 Il bianco.
 Il gelo.
 La trasparenza del vetrino.
 L’aridité du début…Poi c’è l’idea di trascrizione del  movimento, connessa all’immagine di una stratificazione, in cui la linea della  dinamica motoria è scandita da figure retoriche, metrica e assonanze interne.  Ma dritta e che va a capo. Come il verso poetico (versus).Immagino che questa linea potrebbe  essere messa in discussione da una forza opposta e verticale. Il passaggio  temporale in cui questa componente del movimento interviene non è  (con)sequenziale. Perché sprofonda nell’immaginario personale o soggettivo. Una  narratività dal basso verso l’alto e viceversa.
 Non è letteratura, ma un dar conto di  linee. Quindi l’altro incipit: Etiènne Jules  Marey.
 I tracciati della circolazione  sanguigna.
 Il movimento come circolazione.
 La circolazione come scrittura.
 La scrittura coreografica come i  tracciati della circolazione sanguigna.L’intervento a Crisalide sarà,  dunque, incentrato su questo primo varco alla scrittura coreografica, nucleo  ultimo del lavoro con Cristina Rizzo attorno al progetto Jungle In. Si tratta di dar nota di una prima esplorazione  lessicale del movimento e della scrittura del movimento a partire dallo studio  di Marey: La circulation du sang (pubblicato a Parigi nel 1881) appropriandosi arbitrariamente delle parole messe in campo per captare i movimenti delicati attraverso i quali si  traduce all’esterno la circolazione del sangue. Su un corpo intero, non mutilato,  come faceva il fisiologo francese.
 “Il procedimento ordinario della  miografia consiste nell’attaccare una leva inscrittrice al tendine sezionato di un muscolo, in modo tale che i cambiamenti di lunghezza  di questo muscolo imprimano alla leva dei movimenti suscettibili di essere inscritti “ (E. J. Marey).
 Tracciati. Tracciati di scrittura.
             
                     
           Lucia Amara. Ha studiato Lettere Antiche all’Università di Firenze. Svolge  un dottorato di ricerca sulle glossolalie artaudiane al DAMS di Bologna, in  collaborazione con il Dipartimento di Semiologia del Testo e dell’Immagine diretto  da Julia Kristeva a Paris7. Ha scritto un saggio sulla Tragedia Endogonidia della Socìetas Raffaello   Sanzio pubblicato in  Idioma, Clima, Crono. Alla  Biennale Teatro di Venezia, diretta da Romeo Castellucci nel 2005, è tra i  componenti del gruppo di critici-osservatori, tra cui Joe Kelleher e Nickolas  Ridout. Ha pubblicato uno studio dal titolo Carroll  e Artaud. Thema con variazioni in Culture Teatrali. Attualmente segue Cristina  Rizzo nel progetto Junglein,  affiancandola nel processo di scrittura di una partitura coreografica. 
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